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"La preistoria in Africa non è soltanto nella conformazione del paesaggio ma anche nella presenza universale della sola credenza religiosa veramente autoctona, la magia. In Europa il mondo magico sopravvive con relitti modesti e indecifrabili, come i rottami sul mare dopo un naufragio; ma in Africa si avverte tutto il tempo che il mondo magico è ancora completo, intatto e funzionante. Ora il mondo magico non altro che il mal d'Africa visto non più dalla parte degli europei ma da quella degli africani. Il mal d'Africa è un fascino con un fondo di paura, che è poi paura della preistoria cioè delle forze irrazionali che l'uomo in tante migliaia di anni  è riuscito in Europa a respingere e dominare e che qui in Africa sono invece ancora invadenti e scatenate. E' una paura alla quale l'europeo finisce per abituarsi, anche perchè egli ha le sue radici altrove e la sua personalità è più solida e meno labile di quella dell'africano; una paura, insomma, angosciosamente piacevole.  Ma la paura dell'africano privo di storia, con una personaltà vacillante come la luce di una candela, è paura sul serio, spavento senza nome, terrore perpetuo e oscuro. La magia è l'espressione di questa paura della preistoria; essa è tanto laida, tetra, e demenziale quanto il mal d'Africa è afrodisiaco anche se disgregante e annientatore. In realtà la magia è l'altra faccia del mal d'Africa"

 

da "A quale tribù appartieni ?"  di Alberto Moravia

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